Sanità Digitale: la robotica

Sanità Digitale: la robotica

06.07.2022 10:00 - 06.07.2022 12:00
Categorie: Sanità
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Le tecnologie robotiche costituiscono da anni una realtà in ambito farmaceutico e chirurgico e si stanno diffondendo anche nel contesto assistenziale.

Negli anni ’90 anche nel nostro Paese è arrivata quella che per l’epoca era la rivoluzione in ambito chirurgico: la laparoscopia. La nuova tecnica è risultata essere molto meno invasiva generando benefici nel decorso postoperatorio ed elevando la percentuale di successo delle operazioni chirurgiche. Dalla laparoscopia alla chirurgia robotica il passaggio è stato breve aprendo nei primi anni del 2000 alla stagione della chirurgia mini invasiva. In una relazione del 2017 il Ministero della Salute certificava che in Italia erano attivi oltre 70 robot chirurgici. Oggi sono più che raddoppiati e se ne contano oltre 150, suddivisi in maniera non omogenea nelle varie regioni. La Toscana e la Lombardia sono le Regioni in cui queste strumentazioni sono più diffuse, anche perché qui si trovano alcuni centri che per primi hanno approfondito questa tecnologia dotandosi dei robot e iniziando a operare.

Il termine chirurgia robotica fa in realtà riferimento a uno strumento chirurgico robotizzato. Lo spiega molto bene il prof. Ottavio De Cobelli dell’Istituto Europeo di Oncologia “Si tratta di un carrello su cui sono montate quattro braccia che hanno al loro apice gli strumenti chirurgici. Una sorta di braccio meccanico potenziato che aumenta l’abilità del medico nell’eseguire l’operazione. Il chirurgo ha due mani e due occhi, tramite l’utilizzo di tecnologia robotica si hanno quattro braccia meccaniche manovrabili con mani e piedi e una visione tridimensionale più accurata e precisa”.

È importante sottolineare dunque come il chirurgo rimanga l’artefice dell’operazione, di cui i bracci robotici sono solo l’estensione.

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