Un Nuovo Orizzonte. Plinio, Ortelio e il Rinascimento geografico
Curata da Massimiliano Mondelli e Francesco Trippini, organizzata dal Comune di Tremezzina, da Accademia Pliniana e dall’Associazione Roberto Almagià e patrocinata dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio, l’esposizione affronta, attraverso la produzione del cartografo e geografo fiammingo Abramo Ortelio, il debito contratto dalle nuove conoscenze geografiche del Rinascimento con la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio.
Ortelio, ricordato per aver creato il primo atlante moderno della storia, Theatrum Orbis Terrarum (1570), e il primo atlante storico, Parergon (1579), si nutrì costantemente della lezione pliniana, e nelle sue opere si riscontra la stessa visione universalistica ed ecumenica che aveva caratterizzato Plinio.
La prefazione del Theatrum Orbis Terrarum contiene un concetto chiave che evidenzia questa visione: la geografia è definita “oculus historiae”, cioè l’occhio della storia, un’espressione che sottolinea l’indissolubile legame tra queste due discipline nel pensiero rinascimentale. La storia e la geografia, secondo Ortelio, sono dunque strumenti fondamentali per comprendere il passato e costruire il futuro. Il Parergon, immaginato inizialmente come compendio dell’opera principale, offriva uno sguardo più dettagliato sulla geografia dell’antichità, rafforzando ulteriormente questo legame.
Esposte al Museo del Paesaggio del Lago di Como 25 straordinarie carte originali mai esposte del Paregron più 2 del Theatrum realizzate da Ortelio per restituire un orizzonte geografico del mondo antico il più preciso possibile, oltre ad alcune grandi tempere di Antonio Coppola presentate nell’aprile del 1893 a Napoli per l’esposizione “Pompei vivente. Pompei di diciotto secoli fa, Pompei attuale” in occasione della visita di Umberto I e Margherita di Savoia.
Le carte del Parergon in mostra svelano al pubblico il mondo antico conosciuto da Plinio, mentre le vedute di Coppola rievocano le atmosfere del I Sec. d. C., raffigurando scorci di Pompei prima e dopo l’eruzione del 79 d.C., evento nel quale trovò la morte proprio Plinio il Vecchio.
Completano la mostra 5 ritratti a stampa di Plinio il Vecchio del XV, XVI, XVII e XVIII secolo a evocare il costante dialogo fra antichi e moderni, base per le scoperte storiche e geografiche del nuovo mondo rinascimentale.
Come per la Naturalis Historia, la logica dell’esposizione procede dal generale al particolare, mostrando prima la rappresentazione geografica del mondo antico e moderno ricostruita da Ortelio - a partire dalla mappa ovale colorata a mano del mondo così come era conosciuto allora che include anche la "Terra Australis nondum cognita", un ipotetico continente che si credeva esistesse nell'emisfero meridionale - per poi illustrare sempre più nel dettaglio le zone di interesse pliniano studiate da Ortelio (Italia, Belgio, Spagna, Francia, ecc.) sino alla raffigurazione dell’ambiente urbano conosciuto da Plinio.
La mostra al Museo del Paesaggio del Lago di Como a Tremezzina è corredata da un catalogo realizzato dall’Associazione Roberto Almagià in collaborazione con Accademia Pliniana dal titolo “Plinio, guida e mito delle scoperte geografiche. Il Parergon di Ortelio, coscienza geo-storica del mondo antico”.
Orari di apertura mostra
Da giovedì a domenica 10-12 e 14-18