Schermi d'Arte. Il paravento da oggetto d'arredo a opera d'arte
Nel 1954, nell’anno in cui l’architetto e designer Gio Ponti ideava il Premio internazionale “Compasso d’Oro” veniva fondata a Bergamo la “Colleoni Roberto & C. Tappezzieri”.
In occasione dei suoi primi 70 anni di ricerca tra tradizione e innovazione, dal 18 gennaio al 12 febbraio 2025, gli spazi di Colleoni Proposte d’Arte di Via Baioni 19 ospitano il secondo “atto” della mostra collettiva "Schermi d’Arte - Il paravento da oggetto a favola", ideata e progettata da Gabriella Brembati, direttrice di Spazio Arte Scoglio di Quarto, con la curatela del critico e storico dell’arte Alberto Barranco di Valdivieso.
La mostra, che si apre con un paravento site-specific dal titolo “Omaggio a Gio Ponti” realizzato su tessuto in lino e cotone stampato, disegnato e firmato da Gio Ponti, con una struttura a tre ante in listellare di legno, presenta le opere di altri 23 artisti tra scultori, pittori, poeti e designer, appartenenti a generazioni diverse e differenti fra di loro per pensiero e formazione artistico-culturale, che hanno trasformato il paravento da oggetto di utilità quotidiana a luogo di pensiero.
Tradizionalmente utilizzato per separare ambienti o proteggere dalla vista, Il paravento ha acquisito nel tempo una grande rilevanza come oggetto d'arte, grazie alla sua doppia anima funzionale ed estetica.
Leggero, autoportante, pieghevole, spesso realizzato con materiali pregiati come legno, seta e carta, il paravento si distingue per la sua capacità di trasformarsi in una tela su cui vengono dipinti paesaggi, fiori o motivi geometrici, scene di vita quotidiana o allegorie, e la sua forma, che può essere ripiegata o allungata, lo rende anche un'opera d'arte dinamica, capace di dialogare con lo spazio in modi diversi.
Tuttavia, l’obiettivo della mostra – già presentata in ottobre nei saloni neoclassici di Villa Borri Manzoli a Corbetta - non è quello di presentare il paravento come un semplice oggetto utile, né come un banale supporto per l’arte. Si è voluto invece mettere in risalto il paravento come uno "schermo", che attraverso l'interazione con il pensare artistico si trasforma, diventando uno stimolo per riflessioni e percezioni poetiche.
"Schermare" non significa soltanto bloccare, separare o proteggere, ma implica anche un filtrare che racchiude in sé l’idea di trasformazione, che tuttavia non nega la funzione primaria del paravento: un diaframma che divide e organizza lo spazio.
Le 23 opere esposte, una per ogni artista, non sempre rispettano la forma canonica del paravento ed esplorano il concetto di schermo in senso poetico e interpretativo, trasformando l’oggetto funzionale in materia psichica, ossia in uno spazio di pensiero e libera espressione, svincolato da qualsiasi utilità pratica.
Gli artisti chiamati ad esporre sono stati totalmente liberi in fase creativa di rispettare la forma tradizionale del paravento, oppure di reinterpretata radicalmente.
Per facilitare la comprensione delle opere, gli artisti sono stati suddivisi in tre gruppi distinti, e naturalmente anche l’allestimento ha seguito questa visione:
Schermo Plastico
Un gruppo di scultori ha interpretato il tema del paravento attraverso la tridimensionalità e la forza espressiva della materia. Lo schermo, in questo caso, interagisce con la luce e la materia, raccontando una storia attraverso la sua fisicità.
Artisti: Claudio Borghi, Margherita Cavallo, Giuliano Ferla, Valdi Spagnulo, Mavi Ferrando, Antonio Pizzolante, Elisa Remonti, Stefano Soddu, Filippo Soddu, ‘topylabrys’ (Ornella Piluso).
Schermo Lirico:
Gli artisti di questo gruppo, esperti nell’uso di diverse tecniche come pittura, scultura, assemblage e installazioni, vedono nell'arte un mezzo per indagare i valori umani e la relazione tra uomo e natura. Attraverso l’uso di parole, segni e geometrie, trasformano l'oggetto in una macchina linguistica, riflettendo sull'esistenza umana in relazione al mondo.
Artisti: Fernanda Fedi, Rebecca Forster, Tiziana Grassi, Angela Occhipinti, Lucia Pescador, Paola Pennecchi, Evelina Schatz.
Schermo Planare:
In questo gruppo, gli artisti lavorano sulla bidimensionalità, esplorando il segno estetico attraverso tecniche come collage, pattern planari e pittura su tela o carta. Pur mantenendo una fedeltà alla bidimensionalità, in alcuni casi introducono elementi materici come bassorilievi.
Artisti: Davide Bolzonella, Francesco Cucci, Stefania Dalla Torre, Clarissa Despota, Pino Lia, Mintoy (Puledda Piras).
Inaugurazione
Sabato 18 gennaio ore 16.00
Orari di apertura al pubblico
Da lunedì a sabato 10-12 e 15-18