Le sfide organizzativo/assistenziali del SSN 2023

Le sfide organizzativo/assistenziali del SSN 2023

02.02.2023 14:30 - 02.02.2023 18:00
Categorie: Sanità
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L’Italia si caratterizza per una popolazione con elevata aspettativa di vita alla nascita (circa 83 anni secondo la rilevazione Istat relativa al 2019), un tasso di mortalità inferiore rispetto ai paesi OCSE, e una spesa sanitaria pubblica in rapporto al PIL relativamente contenuta (6,5%, contro il 7,8% della media EU, il 9,6% della Germania e il 9,4% della Francia).

Questo scenario identifica una precisa ricaduta sul SSN: costante invecchiamento della popolazione (23% circa di over 65 e 3,6% circa di over 80) che genera aumento delle patologie in particolare croniche. Un impatto davvero rilevante è rappresentato dalle malattie cardiovascolari che oramai da anni rappresentano la principale causa di morte (34,8% del totale dei decessi, dati ISTAT 2017).

Il burden of disease di queste inoltre si quantifica sia in termini di salute del paziente e di vita sociale, che di risvolti economici come molto rilevante con un assorbimento di risorse a livello globale pari a 863 miliardi di dollari, destinati ad aumentare fino a 1.044 miliardi di dollari nel 2030⁸. Il solo esempio dei ricoveri in Italia ci indica una prevalenza del 14% sul numero totale di ricoveri ordinari (15,9% aterosclerosi coronarica e altre malattie ischemiche cardiache e il 12,6% IMA⁹).

Tra queste alcuni esempi paradigmatici sono lo scompenso cardiaco (HF) e la malattia cardiovascolare aterosclerotica clinica (ASCVD) .

Il primo rappresenta in Italia la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico¹ molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno).

La seconda rappresenta un onere altrettanto sostanziale per la salute pubblica, non solamente associato all’invecchiamento con una spesa per ospedalizzazioni di pazienti con diagnosi di ipercolesterolemia di circa 1,1 miliardi€/anno (10). Tra i fattori di rischio associati le dislipidemie hanno un impatto epidemiologico e clinico molto importante con una prevalenza stimata intorno al 19,8% (circa 10 milioni di cittadini². Innumerevoli dati negli ultimi 20 anni hanno dimostrato che la riduzione dei livelli di colesterolo LDL è associata a un minor rischio di eventi cardiovascolari. Per questo i target da raggiungere secondo le principali linee guida internazionali (ESC-EAS) si sono costantemente ridotti in base alla categoria di rischio.

Ma nonostante le evidenze prodotte, nella pratica clinica, la percentuale di pazienti a rischio più elevato, in terapia ipolipemizzante che riesce a raggiungere i livelli raccomandati di colesterolo LDL è bassa (33%)³ ed in particolare in quelli a rischio più elevato. In Italia solo il 37% pazienti con malattia coronarica raggiunge un livello di colesterolo LDL < 70 mgl/dL⁴. Solo il 52,5% dei pazienti con pregresso infarto è risultata a target (LDL-C < 70 mgl/dL) e questo dato si riduce ulteriormente se si considerassero i target proposti nelle linee guida del 2019 (LDL > 55 mgl/dL)⁵.

Causa principale di questi risultati è la non aderenza alla terapia che causa un tasso di eventi cardiovascolari superiore del 40%⁶ ed un incremento di mortalità per tutte le cause a un anno 2,8 volte più elevata⁷.

È quindi facile comprendere che il controllo dei fattori di rischio insieme ad una corretta gestione dell’aderenza alle terapie, attraverso percorsi di presa in carico appropriati, diventi quindi un passaggio fondamentale. Inoltre in queste patologie, la lezione della attuale pandemia ha mostrato l’irrinunciabile valore sociale ed economico della sanità territoriale, il cui miglioramento come indicato dal PNRR, passa per l’investimento nei servizi di prossimità e nella dotazione tecnologica e digitale.

Una più forte integrazione fra politiche sanitarie, sociali e ambientali contribuirà, insieme agli investimenti in ricerca, a una nuova filiera della salute, incentrata sul benessere dei cittadini e sulla capacità di risposta del sistema alle crisi.

Motore Sanità si propone di affrontare il tema di come queste nuove sfide affiancate dal costante impulso della ricerca verso l’innovazione, debbano generare una riorganizzazione dei sistemi sanitari, in una regione virtuosa come il Veneto, da sempre osservata come punto di riferimento assistenziale.

1 Benjamin et al Circulation 2019.

2 OsMed 2019,

3 Studio Da Vinci European Journal of Preventive Cardiology 2020

4 De Backer G, et al 2019

5 Registro EYESHOT, 2020

6 Poluzzi E, et al. 2011

7 Colivicchi F, et al. 2007

8 Bloom DE, 2011

9 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero 2018

10 Stima dei costi sanitari diretti per Ipercolesterolemia Mennini et al.

 

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